Sintesi delle attività Visite Oculistiche da medici specialisti italiani e africani con varie attrezzature : Tonometro -Autorefrattometo – Retinografo – ecografo oculare – Lampada a fessura – Biometro 2 – Operazioni di Cataratta…. medicazioni … controlli post operatori. 3 – Visite Ottiche con Misurazione della vista per gli occhiali. 4 – Macchinari per la costruzione degli occhiali con sagomatura delle lenti e montaggio. 5 -Istruzione collettiva : Igiene personale…. come nutrirsi… come curarsi con le erbe medicali e giusto dosaggio. PERSONALE N. 2 Dottori specialisti oculisti per Visite ( un Italiano e un africano) e N. 1 oculista chirurgo italiano N.12 giovani africani formati come infermieri e tecnici oculisti e ottici.N. 1 Esperta di Erbe-medicinali e Nutrizionista.N. 2 Dirigenti. MACCHINARI N. 1 Microscopio operatorio …..N. 1 Faco per gli interventi chirurgici oculisti. N. 8 Set di Ferri per gli interventi chirurgici N. 3 Sterilizzatrici dei ferri chirurgici. N. 1 Macchina di Climatizzazione con filtri assoluti per la Sala operatoria N, 1 Macchina a Raggi UV per la sanificazione dell’aria della Sala operatoria. N. 1 gruppo elettrogeno di fornitura energia elettrica. N. 4 macchinari per la molatura delle lenti e montaggio occhiali. NB. su Facebook soleil d’Afrique ospedale Ci sono varie foto illustrative della attività dell’ospedale dei poveri. Nel 2019 nell’ultima missione di quattro mesi abbiamo visitato 7.600 ammalati agli occhi e operato più di 1.000 cataratte, con i dottori e il personale sopra descritto e centinaia di occhiali da vista …..Nel 2014 il Governo del Benin ci ha dato l’Accord Siège come riconoscimento della nostra attività ospedaliera e missionaria a favore della popolazione povera.

Un breve aggiornamento sulle attività dell’associazione: OSPEDALE MOBILE ITINERANTE per i Villaggi della Savana in Africa- BENIN Situazione socio-sanitaria :la popolazione è per l’80% contadina e analfabeta. Le strutture ospedaliere sono in parte Statali e al 50% delle Istituzioni ecclesiastiche e Sette Religiose. Hanno macchinari ed attrezzature mediche un po’ antiquate , mentre il personale medico è poco preparato , i corsi effettuati sono di scarso livello …… i migliori se ne vanno in Francia. Il problema principale della Sanità consiste nella sua strutturazione, modello seguito quello europeo, è stato fatto di francesi. Non è adatto alla popolazione locale. Il motivo del fallimento della sanità è dovuto allo Stato che non aiuta l’ammalato ….. per esempio, se fai un incidente , o se ti ammali e vai all’Ospedale , prima di essere visitato , paghi alla Cassa…e poi…Inoltre gli ospedali sono pochi e solo nelle grandi città. Le distanze sono molto elevate e i mezzi per accedervi sono scarsi. Il problema base è la povertà della popolazione, la mancanza dell’aiuto Statale. Le tariffe ospedaliere sono molto alte e quindi inaccessibili alla maggior parte della popolazione. Le conseguenze di tutto ciò è che l’ammalato si rivolge allo Stregone. Dopo aver visitato e analizzato la realtà sanitaria e sociale dei Paesi Francofoni dellOvest, è nata l’idea dell’Ospedale Mobile Itinerante per i Villaggi della Savana, che cura gli ammalati nei loro villaggi. E’ un Ospedale che cura all’” Italiana” la gente, ricevendo un compenso simile o di pari valore a quello che danno allo Stregone. Curare all’italiana vuol dire portare in africa i migliori chirurghi oculisti e gli specialisti come volontari.Il secondo scopo della missione, ma non secondario, è istruire e formare del personale medico specialistico locale , sia con un’istruzione teorica che pratica, tramite i medesimi medici italiani.

Dr. Piero Sanpaolo e Dr. Eugenio Nascimbene

Anche se in ritardo, complici gli impegni che appaiono sempre triplicati al ritorno da qualunque viaggio e il periodo di vacanze natalizia, ci apprestiamo a descrivere la nostra esperienza con l’Hospital Soleil d’Afrique, nella missione che si è svolta dal 4 al 16 novembre 2013 e che ha seguito quella di Antonello Cau e Giulio Camerada. L’Hospital Soleil d’Afrique è organizzato in maniera ottimale, diretto con spirito infaticabile ed entusiasmo da Danilo TONIN, al quale va tutto il merito di aver ideato e poi effettivamente realizzato l’Ospedale Mobile. L’idea vincente è stata proprio questa: una struttura mobile e completamente autonoma, sganciata da qualsiasi condizionamento logistico e ambientale. Queste caratteristiche, e cioè di potersi recare ovunque, lo rendono indispensabile per il servizio che si richiede: il poter visitare e trattare i pazienti in tutto il territorio, indipendentemente dalla possibilità di quest’ultimi di poter raggiungere la struttura; non dimentichiamo,infatti, che in realtà simili rimane anche difficile portare a conoscenza di coloro che ne hanno bisogno delle opportunità esistenti e che vengono offerte. In passato abbiamo avuto numerose e variegate esperienze di volontariato al’estero (Brasile, India, Togo, Cambogia…): l’appoggiarsi ad una struttura fissa è sicuramente un qualcosa di più comodo e facile a realizzarsi, ma è anche foriera di problemi importanti: il bacino di utenza è limitato o comunque circoscritto, molti pazienti non possono essere raggiunti per essere visitati e diventa poi complesso provvedere al loro trasferimento per l’intervento chirurgico. Durante la nostra missione l’ambulatorio mobile faceva tappa ogni giorno in u villaggio diverso, visitando e selezionando pazienti con indicazione chirurgica, mentre la sala operatoria e il gruppo logistico-tecnico d’appoggio erano basati ad Azove e procedeva con gli interventi: è facile intuire come “un’organizzazione” siffatta sia nel contempo molto efficiente e facilmente dislocabile laddove se ne crei la necessità. L’ Ospedale intero è stato ben pensato e ben realizzato, per cui risulta efficiente ed efficace: ottima la Sala Operatoria, climatizzata, con ricambio di aria filtrata, possibilità di monitorare il paziente nei suoi parametri vitali e di sostenerlo con inalazione di ossigeno; naturalmente sono presenti le attrezzature e lo strumentario chirurgico specifico di competenza( facoemulsificatore con quattro manipoli e corredo di punte ,microscopio, materiale disposable…) L’Ambulatorio dispone di lampada a fessura, cheratometro di Javal, biometro con possibilità di Eco A-Scan, Autoref-autoKer, pneumotonometro). Veloce e collaborativo lo Staff, ognuno con compiti assegnati: Regine, infermiera e strumentista, si occupa dell’assistenza ai pazienti operati, Bernard , interfaccia nelle visite tra il medico e il paziente, Cocouvi: addetto alla sterilizzazione e al mantenimento della SOp, Richard factotum sempre a disposizione e…Paul, splendido cuoco”all’italiana” e sempre con un bel sorriso… Tutto e tutti sono diretti magnificamente dal nostro Danilo, con il suo piglio imprenditoriale, che, oltre all’infaticabilità , ha la dote di saper ascoltare e mettere poi in pratica subito e con efficacia quanto suggerito e indicato( se giusto!). La missione si è articolata su 9 giorni di effettivo lavoro( gli altri due necessari per spostamento da e per Cotonou) e si è proceduto a visitare circa 600 pazienti, individuandone circa 200 bisognevoli di intervento chirurgico e inseriti in lista per le successive missioni, dando naturalmente la precedenza ai casi di cecità completa o quasi; pazienti con 1-2 /10 sono stati invece rinviati ad un controllo a sei mesi. Sono stati effettuati 78 interventi chirurgici, su pazienti selezionati dalla missione precedente: 4 cataratte mature giovanili(1 bilaterale) postuveitica; 2 cataratte giovanili (facoaspirazione e Iol nel sacco) 1 vitrectomia automatizzata via pars-plana per rimozione cataratta secondaria membranacea; 1 vitrectomia automatizzata e impianto in Ca di IOL ; 1 ICCE per cataratta ipermatura sublussata 64 ECCE con Iol in camera posteriore; (Tecnica: dilatazione con Visumidriatic fenilefrina, disinfezione con Iodio PVP, ALR: parabulbare o retro bulbare con Lidocaina 2% o Carbocaina 2%, blocco orbicolare diretto, peritomia congiuntivale, capsulotomia can-opener, cheratotomia paralimbare con taglio inverso di Charleux, espulsione nucleo, aspirazione masse residue con cannula bivia di Simcoe, impianto di Iol in camera posteriore, sutura continua con Nylon 8-0 o 10- 0, bolla d’aria in CA e pilocarpina monodose.) 4 pterigi con autoinnesto di congiuntiva; 1 riduzione anchiloblefaron congenito bilaterale in neonato di un mese;( con successivo pianto di gioia della madre e una nostra malcelata commozione!). Abbiamo ritenuto opportuno non procedere con la tecnica della facoemulsificazione per ovvie ragioni: i pazienti selezionati e da operare presentavano tutti una cataratta matura, a volte ipermatura, ma soprattutto una lassità zonulare, elemento, questo, quasi costante e che ha determinato la necessità di una estrema attenzione già nella fase della capsulotomia; una “scarsa” evidenziazione del riflesso rosso non avrebbe poi certo aiutato nel caso di complicanze intraoperatorie nel corso di facoemulsificazione. I pazienti sono stati visitati ogni giorno nei due-tre giorni successivi e tutti poi rivisti l’ultimo giorno. Complicanze: un caso di sublussazione IOL, evidenziato in occasione dell’ultima visita e rimandato alla missione successiva; un caso di aderenza per circa 30° dell’iride alla ferita, ma senza impegno e con bulbo in quiete ( non si è ritenuto opportuno reintervenire), un caso di disinserzione zonulare con perdita di vitreo(rimandato per un successivo impianto a fissazione sclerale). La situazione clinica in Benin , nonostante una nostra certa abitudine a realtà simili anche se geograficamente distanti, è forse la peggiore mai incontrata: i pazienti affetti da cataratta lo sono bilateralmente e con cataratta matura, mentre quelli affetti da glaucoma per la maggior parte lo sono in fase sub-terminale. Il lavoro pertanto da svolgere è impegnativo e oneroso, ma poiché l’Oculistica è per sua natura notevolmente riabilitativa i risultati , e in termini numerici e anche in termini di ricaduta culturale e sociale , non si faranno attendere, specie se continuerà la disponibilità di colleghi. A tal proposito è necessario che i medici che offrono questa disponibilità sia gente di comprovata esperienza, capace di affrontare casi difficili, complessi, e con la versatilità necessaria per operare anche con strumenti e in circostanze diverse da quelle alle quali è abituata a confrontarsi a casa propria; per la chirurgia fondamentale è sapere operare bene una ECCE, e saper effettuare una trabeculectomia; non meno importante è poi sapersi destreggiare in ambulatorio, sia per individuare con velocità e sicurezza il quale possa essere il “problema” , sia per essere in grado di riconoscere , purtroppo, quei pazienti per i quali un qualsiasi intervento possa non essere risolutivo e sia per sorvolare su aspetti di un certo rilievo nella nostra realtà, ma sicuramente di secondaria importanza in quel contesto. L’augurio per i colleghi che ci seguiranno è quello che anch’essi possano ripartire con lo stesso nostro entusiasmo, e per Danilo l’augurio che i suoi ulteriori progetti, solidi e concreti, possano non trovare intoppi nella realizzazione. Piero Sanpaolo e Eugenio Nascimbene